XI Ed. Concorso di scrittura creativa “Ritrovare una lettera per scriverla”:“L’ultima lettera”

XI Ed. Concorso di scrittura creativa “Ritrovare una lettera per scriverla”: “Un’emozione senza tempo”
Febbraio 24, 2024
XI Ed. Concorso di scrittura creativa “Ritrovare una lettera per scriverla”:”Un silenzio spezzato: fra segreti e rivelazioni”
Febbraio 24, 2024

SECONDO PREMIO: alunni Gianmaria Leone, Luca  Milioni, Niccolò Notarantonio , Giovanni Testa

Istituto comprensivo Sora 3 – Scuola secondaria di primo grado “Edoardo Facchini” – Classe IIID

Docente referente: prof.ssa Claudia Di Piro

 L’ultima lettera”

Anche oggi a scuola è andata male. Affretto il passo. Non voglio incrociare i miei. Se sapessero che ho preso ancor una insufficienza sarebbero guai. Entro quasi furtivo in casa e infilando le scale di corsa, mi ritiro nel luogo più recondito della mia casa: il regno del disordine   e del mistero, ricco di vecchie cianfrusaglie sparse ovunque e ricoperte di polvere, velo steso dal tempo che passa ,che cela segreti, storie a me mai rivelate. E come Astolfo sulla luna, anche io sono alla ricerca di un qualcosa, che nel mio caso, però, si rivela del mio passato .

Sì ecco, in mezzo a teli ormai consunti, cattura la mia attenzione un carillon, ascolto l’armonia del suo suono dolce e il pensiero va al sonno cullato di un bambino, poi più in là un cavalluccio a dondolo fa capolino tra la ferraglia,come per gridarmi l’ormai sua inutilità. Scavalco cartoni, ampolle, damigiane, canestri fino a vedere una scatola di latta, forsein passato era un contenitore di biscotti mi chiedo ,ma ora era lì a far cosa?

La apro e all’interno…. delle lettere, una evidente corrispondenza tra persone!

Prendo il tutto, faccio fatica a rifare il percorso, ma è evidente che non posso continuare in un luogo con così pocaluce e allora scendo nella camera sottostante, col pacchetto di carta ingiallito, delicatamente apro la  prima busta e ne leggo il contenuto avidamente.

Sora, 21 Dicembre 1942

“Caro Gennaro,

La tua assenza si fa sempre più grave nelle mie giornate ormai spoglie del loro significato.

Dopo la tua partenza, i colori che regalavano ovunque un dolce sentore di gioia e bellezza sono rimasti invisibili al mio sguardo.

Oggi, però, c’è finalmente un buon motivo per gioire. E’ il motivo per cui ti scrivo……. alle prime luci dell’alba è nata tua figlia! L’ho chiamata Angela, è bella come il sole, sì tutti i bambini sono belli quando nascono, ma lei è proprio bella, penso proprio che siamo dei genitori fortunati, anzi fortunatissimi! Quando la mammara Sora Concettina l’hapresa in braccio, ho visto i suoi occhi illuminarsi d’emozione, di meraviglia, per una così tenera creatura.

Poi si è girata, l’ha posata tra le mie braccia e gli occhi si sono riempiti di lacrime, dolci lacrime di gioia, il mio cuorebatteva veloce e pareva che il suo battito si sentisse ovunque.

So che è presto per dirlo, ma nel suo viso mi è sembrato di rivedere il tuo: credo di essermi innamorata nuovamente.

Non vedo l’ora di farle conoscere il suo papà.

Già ti immagino con la bambina tra le braccia, ti vedo sollevarla in aria per farla sorridere e fare smorfie e boccacce purdi dare ai suoi occhi innocenti gioia e serenità.

Non so se questa lettera ti arriverà mai, ma lo spero dal profondo del mio cuore. Per sempre tua,Anna”.

… alzai gli occhi dal foglio ingiallito e frugai insaziabile curioso nella scatola, cercando il continuo di questa appassionata storia. Angela, mia nonna, non riuscivo ad immaginarla come una bambina. Fa strano pensare che tuttigli adulti che ci circondano dal loro essere grandi e grossi e, a volte, anche dal fare burbero, un tempo siano state piccole creature indifese. Rimpiango di non aver trascorso più tempo con lei ….ma ognuno di noi va incontro ad undestino …inevitabile.

Trovai le altre missive, scorrevo tra le loro righe e intorno a me udivo la voce dell’autrice tremolante e carica di emozione diventare quasi un sussurro ,per poi cambiare e trapelare ansie quotidiane.

Sora, 20 settembre 1943

“Caro Gennaro,

La tua assenza strazia le mie giornate, non ricordo più cosa sia la serenità, solo Angela dà senso alla mia vita, mi dà laforza e il coraggio di andare avanti e    così riesco ancora a provare ciò che avevo dimenticato con la tua partenza.

Il senso della precarietà purtroppo accompagna le nostre giornate e i pochi momenti di gioia non durano per molto. Qualche settimana fa, io e tua figlia giocavamo tranquilli e felici in casa, quando ad un certo punto, abbiamo sentito un boato e poi un altro e un altro ancora, bombe come grossi confetti cadevano dal cielo, ma non avevano nulla di dolce. Un’atmosfera irreale ed allucinante si è creata intorno a noi e con Angela in braccio sono subito corsa nel rifugio poco distante, insieme ad altri. La nostra bimba, troppo piccola per capire cosa stesse succedendo e non affatto turbata, hagiocato lì  allegramente con altri come lei .

Notizie brutte ci giungono ogni giorno, Cassino è stata bombardata, i tedeschi mantengono il controllo. Prendono ogni cosa, requisiscono le case e molti sfollati trovano ricovero nelle colline circostanti. Le abitazioni diventano magazzini, medicherie, alcune sono il quartier generale per il ricambio dei soldati al fronte. I soldati fanno razzia di ogni cosa e ci privano di cibo ….uccidono civili….

Guardo nostra figlia e mi convinco che tutto finirà e che andrà bene. Attendo una tua risposta. Tua fedelissima … Anna.”

Quelle lettere così intrise di tanta emozione e amore mi facevano conoscere una realtà diversa rispetto quella a cui ero abituato, una realtà carica di paura, tensione ma anche di speranza riposta in quella bimba , la mia amata nonna vivace e piena di vita. In lei la visione di un futuro, pulito, lontano dalla violenza, dai soprusi che purtroppo leimperversavano intorno e che la colpivano negli affetti. Quindi, la mia irrefrenabile curiosità mi portò a scavare ancoranella scatola alla ricerca di un continuo. Le lettere dal contenuto commovente si susseguivano, ma mai una risposta a lenire il dolore e a dare conforto….

Sora, 10 ottobre 1945

“Caro Gennaro…

Ti scrivo per dirti che Angela è cresciuta Sono così fiera di lei! Resistiamo. In effetti la vita è dura, ma alla fine ce lacaviamo, nella speranza di riabbracciarti e stare finalmente insieme.

Si cerca di tornare alla normalitàI pochi soldi che riusciamo a racimolare bastano a sostenere le spese e, alla fine, non mi posso lamentare.

Sempre speranzose in un tuo ritorno, tue Anna e Angela.”

La scatola era ormai vuota, sentore di una illusione che si stava affievolendo, forse un ritorno mai avvenuto, ma unultimo foglio attirò ancora la mia attenzione, era diverso dagli altri. Sicuramente più recente …

Sora, Settembre 1980

“Caro papà,

ora che sto per diventare madre anch’io, alle emozioni, preoccupazioni e difficoltà quotidiane si aggiunge il dolore per averti perso. Sembra incredibile che un momento di gioia come questo possa essere offuscato dal vuoto che hai lasciato in me. Alcune mattine mi capita ancora di preparare la colazione per tutti noi, nel ricordo di quella semplicità casalinga che ci rendeva felici. Si affollano nella mia mente anche i momenti di attesa in cui aspettavo una tua rispostaalle lettere della mamma, e mi rivedo bambina che imparavo a leggere le missive a te dedicate. E proprio in quegliattimi sentivo tutto l’amore, il coraggio e la forza che le permettevano di superare le insidie quotidiane della guerra. In questo momento capisco la potenza di quel sentimento che la mamma provava per te e che ha illuminato e guidato sempre e comunque la mia vita, anche quando tu eri in guerra. Ricordo quando tornasti a casa, e ti vidi per la prima volta, non potevo credere al fatto che anch’io avessi un padre e che tu esistessi oltre le parole della mamma, che eri reale oltre i suoi racconti nostalgici e speranzosi. Nonostante gli orrori e le sofferenze che ti segnavano, nel tuoabbraccio e nei tuoi occhi vidi solo amore profondo e finalmente pace. Caro papà, ora che Gennaro sta per nascere, unsolo augurio ho per lui, che cresca come me nel sentimento più vero e importante: l’amore. L’unico a tenere viva lasperanza.

Tua figlia, Angela”

All’ improvviso sento uno scricchiolio dietro di me e vedo le rassicuranti sagome dei miei genitori entrare nella stanza.-” Mamma, papà” …Mi guardano amorevolmente e si avvicinano. Sento tutto il loro    sentimento pervadermi. Quel calore che solo una famiglia può dare. Mia nonna ne era stata privata   per lungo tempo, pur avendo avuto in sua madre un sostegno solido e rassicurante da cui aveva tratto forza.

Calore nel quale era cresciuto mio padre…. E ora io.

Improvvisamente, mi assale una irrefrenabile voglia di abbracciarli, gli corro incontro sorridendo e li stringo fortenell’intento di averli sempre con me.


Gianmaria Leone, Luca  Milioni, Niccolò Notarantonio , Giovanni Testa

Classe 3D

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